Pochi soldi per i rifiuti, i sindaci siciliani minacciano la stangata

Il governo prepara la manovra correttiva. Ma sarà un mini testo, che stanzia risorse per salvare l’Ast e aiutare gli allevatori in crisi. Non conterrà gli aiuti ai sindaci per compensare l’aumento dei costi di smaltimento all’estero dei rifiuti. Una notizia che ha fatto infuriare l’Anci, che annuncia un maxi aumento della Tari entro fine aprile.

Sono giorni caldissimi sul binario Regione-enti locali. Ieri (2 aprile) il presidente Renato Schifani ha riunito a Palazzo d’Orleans il ragioniere generale Ignazio Tozzo e il capo di gabinetto Salvatore Sammartano: sul tavolo le risorse per impostare la manovra di primavera, da portare all’Ars entro fine aprile, prima che il Parlamento chiuda per la campagna elettorale per le Europee.

La manovra verrà deliberata oggi, al termine di un altro vertice con l’assessore all’Economia Marco Falcone. Ma già ieri al presidente è stato chiarito che il governo in questa fase può contare su un budget di appena 20 milioni, frutto delle risorse stanziate in Finanziaria per le norme impugnate. Troppo poco per tutte le richieste sul tappeto: per ricapitalizzare l’Ast e andare avanti nel percorso che ne eviterà il fallimento servono subito 5 milioni e altrettanti ne ha già chiesto e ottenuto l’assessore Luca Sammartino per gli allevatore danneggiati dalla crisi idrica (le somme serviranno a finanziare altrettanti sgravi fiscali).

I sindaci invece chiedono almeno 60 milioni per coprire l’aumento dei costi del trasporto dell’immondizia indifferenziata in Danimarca, dove viene smaltita in un termovalorizzatore al costo di 380 euro a tonnellata, quasi il doppio del prezzo in vigore in Sicilia per l’ingresso nelle discariche. L’Anci, intanto, avverte: i Comuni dovranno aumentare la Tari del 30%.

Un servizio completo di Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia in edicola oggi

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