Viaggiare senza bagaglio e noleggiare gli abiti una volta arrivati a destinazione: cos’è il “lugger minimalism” che piace tanto alla Gen Z

Viaggiare piace a tutti, trascinarsi dietro la valigia un po’ meno. Così, quando la Japan Airlines ha annunciato che i suoi passeggeri potevano partire senza bagaglio, in molti ci hanno fatto un pensierino. Lugger minimalism, il minimalismo del bagaglio. Non è un concetto nuovo ma attira sempre più persone, a partire soprattutto dalla Generazione Z. Del resto, smarrire i bagagli negli aeroporti (e perfino gli animali) è cosa piuttosto frequente e, considerati pure i costi crescenti delle tasse aeroportuali per i bagagli extra, la voglia di trascinare valigioni è poca. Ma non si può partire senza abiti… O forse sì?

La sfida dalla Jal
Spinta da considerazioni di ordine ambientale, a luglio 2o23 la Japan Airlines ha lanciato il progetto “Any wear, Anywhere” (ovunque senza sprechi), che si concluderà ad agosto 2024. Il ragionamento è semplice: meno bagagli ci sono, meno pesa l’aereo e meno carburante si consuma, così si riducono le emissioni di Co2. Da qui l’idea di mettere a disposizione abiti a noleggio provenienti da stock di esuberi o di seconda mano. Prima di partire, il passeggero sceglie sul sito aziendale tra vestiti da uomo o da donna, disponibili per ogni stagione e in tre taglie; mette in borsa spazzolino da denti e biancheria intima e poi, leggero come una piuma, sbarca in Giappone e si dirige in albergo, dove lo attende il vestiario. Che alla fine del soggiorno viene lavato e rimesso in circolazione. Per questo pratico servizio, che alleggerisce anche la mente dalla preoccupazione dei bagagli, si paga una modica cifra (da circa 35 $ per un massimo di 15 giorni). Ma l’ambiente ci guadagna molto. Secondo le stime della Japan Airlines, calcolate sulla tratta New York-Tokyo, per ogni 10 kg di bagaglio in meno si riducono di 7,5 kg le emissioni, un consumo paragonabile all’impiego di un fon acceso per 10 minuti al giorno per 78 giorni. Non solo: 7,5 kg di abiti che in un anno non vanno in discarica equivalgono al 66% in meno di scarti. Non dimentichiamo che l’industria della moda è inquinante, soprattutto quella “usa e getta”, ed è responsabile secondo l’Onu di circa il 10% delle emissioni globali di Co2. La proposta della Jal per il momento è unica, ma non mancano altre iniziative simili per chi è interessato a viaggiare leggero in nome (anche) dell’ambiente.

Il revival dei borsoni
Lo scorso luglio a Wimbledon, nella finale del Grande Slam, il tennista Jannik Sinner si è presentato in campo trasportando la propria attrezzatura in una borsa da viaggio personalizzata firmata Gucci, attirando l’attenzione generale – sia per la borsa, sia per l’inedita mossa in 146 anni di storia del tennis. Del resto, l’idea di rinunciare ai set di valigie con rotelle si sta facendo strada nei viaggiatori per tanti motivi. Nei safari, per esempio, non sempre i trolley sono ammessi. I piccoli aerei per i voli interni non hanno lo spazio sufficiente per accogliere molte valigie rigide, tanto più con le rotelle, per altro poco gradite pure nelle strade lastricate o acciottolate di alcuni centri storici, dove risultano rumorose. È il caso per esempio di Dubrovnik, in Croazia, dove a giugno il sindaco ha vietato l’ingresso con i trolley per evitare l’ininterrotta cacofonia di centinaia di rotelle sobbalzanti per le strade.

Ed ecco dunque il buon vecchio borsone dei tempi andati rifà capolino, rimodernato ad hoc, seppure in genere più modesto di quello sfoggiato da Sinner. Un nuovo trend su TikTok riguarda proprio una borsa da viaggio a buon prezzo (circa 16 euro), leggerissima e delle dimensioni giuste per stare sotto il sedile dell’aereo (evitando inutili liti per la cappelliera); dispone di tasche e tasconi e di un’apertura che permette di prelevare agevolmente ciò che serve senza tirar fuori tutto. Pratici e versatili borsoni, anche pieghevoli, vengono proposti pure da molti tour operator. Ma come la mettiamo con la settimana bianca e i suoi ingombranti equipaggiamenti?

Neve leggerissima
Nulla di più ingombrante di sci, scarponi, tute, soprattutto se moltiplicati per due, tre o più persone. Inoltre si tratta di un’attrezzatura tecnica costosa, con un’elevata impronta di carbonio per la sua produzione. E chi non è professionista la usa magari solo un paio di volte all’anno, per il resto la ripone faticosamente nell’armadio. Il noleggio di sci, scarponi e perfino guanti e occhiali non è cosa nuova; già da tempo si può fare sul posto o in alcune catene di negozi di articoli sportivi. Ma trovare tutto già pronto all’arrivo in albergo è ben altra cosa… Così in certi comprensori sciistici austriaci è possibile farsi recapitare l’attrezzatura noleggiata o acquistata direttamente in albergo, o a un altro indirizzo di propria scelta. Servizi simili sono offerti in Francia e Germania. Quanto all’Italia, si possono trovare alberghi con noleggio sci e attrezzatura sciistica (in particolare in Alto Adige), ma anche negozi situati negli alberghi stessi, con tariffe agevolate per gli ospiti. Insomma, andarsene leggeri per il mondo si può, allora perché non provarci?

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