Il pc fatto sparire nel bagagliaio e l’ipotesi di concorsi truccati: perché l’ex sindaco di Avellino Gianluca Festa è finito ai domiciliari

Il sindaco dimissionario di Avellino, Gianluca Festa, va arrestato e messo ai domiciliari perché in queste settimane ha messo in atto “una gravissima attività di inquinamento probatorio” delle indagini in atto nei suoi confronti e nei confronti di dirigenti e vertici dell’amministrazione comunale, facendo sparire dal suo ufficio un personal computer nel quale forse erano contenuti indizi dei reati relativi all’affidamento di alcuni appalti, “facendone perdere le tracce”. Lo scrive il gip di Avellino Giulio Argenio nell’ordinanza di custodia cautelare notificata giovedì all’ormai ex sindaco, a Fabio Guerriero e a Filomena Smiraglia, rispettivamente fratello di un consigliere comunale e dirigente architetto del Comune, nonché presidente della commissione di un concorso per l’assunzione di tre funzionari tecnici che secondo l’accusa fu truccato per favorire una candidata raccomandata, indagata a piede libero. Candidata, peraltro, talmente consapevole di non aver meritato da essersi messa a piangere dopo la gara, “implicitamente confermando il giudizio non brillante sulla sua prestazione”, si legge.

La sparizione del computer è documentata dalle cimici di videosorveglianza piazzate dagli inquirenti nell’ufficio del sindaco. Si vede Festa togliere dalla scrivania il “case” (la torre) di un computer e infilarlo in una borsa. Questo avviene nei primi giorni di marzo, pochissimi giorni dopo le prime perquisizioni in Comune, avvisaglia delle indagini in corso. Di qui la necessità di procedere alle misure cautelari, disposte solo per alcuni capi di imputazione di un’inchiesta ben più vasta, come si intuisce dalle parole del giudice: il procedimento, scrive, è “in fase di sviluppo tanto per le vicende oggi contestate, quanto per innumerevoli altri episodi ancora oggetto di approfondimento (non solo per quanto riguarda numerosi altri episodi di cosiddetti reati fine, ma anche per l’ipotesi, tuttora oggetto di accertamento, di associazione a delinquere che vede tra i protagonisti principali proprio Festa, Smiraglia e Guerriero)”.

Festa va arrestato anche se si è dimesso da sindaco “in quanto, vista la fitta rete di rapporti che ha avuto modo di intessere negli anni in cui ha ricoperto la carica citata, egli avrebbe certamente la possibilità di condizionare le persone informate sui fatti (anche avvalendosi di numerosi soggetti a lui legati) e concertare strategie difensive con i correi”. Nonché per la “sfrontatezza” con cui, dopo aver portato via il pc, occultato nel portabagagli dell’auto, “ha sfacciatamente negato (contrariamente al vero) alla polizia giudiziaria di aver mai avuto a disposizione un dispositivo di tal genere”. Tra le accuse per le quali Festa è finito ai domiciliari, anche la rivelazione del segreto di ufficio intorno al concorso per dieci istruttori di vigilanza che avrebbe dovuto svolgersi l’11 gennaio scorso e che fu interrotto per l’irruzione della polizia giudiziaria, messa in moto da un esposto. L’indagine ha documentato che Festa si attivò per far arrivare al padre di un candidato i fogli con le domande del concorso in anticipo.

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