Franco Di Mare e la malattia, l?Inail risponde: «Non possiamo tutelarlo»

Il caso di Franco Di Mare diventa sempre più confuso. Il giornalista per trent’anni ha lavorato per la Rai e ha rivelato di avere un tumore ai polmoni causato, probabilmente, da ciò che ha respirato durante le sue missioni da inviato nei teatri di guerra.

L’Inail ha spiegato di non avere competenza nell’affrontare il caso del giornalista. Di Mare, ospite di Fabio Fazio in tv, aveva denunciato che in Rai nessuno aveva risposto alla sua richiesta dello stato di servizio, l’elenco delle missioni con il quale potere chiedere il risarcimento danni; dalla Rai lunedì gli attuali vertici hanno affermato di non conoscere la vicenda e che all’interno dell’azienda comunque si sta aspettando che la pratica venga sbloccata dall’Inail.

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I NODI

Ma dall’Inail ieri è arrivata una replica: noi non c’entriamo. Roberto Sergio, amministratore delegato della Rai, ha scritto su Facebook: «Franco Di Mare riceverà a brevissimo quanto richiesto negli anni passati. Confermo che non ero informato fino ai resoconti stampa di lunedì mattina dello stato di salute del collega e delle sue reiterate richieste. Gli sono vicino umanamente». Andiamo per ordine: la malattia che ha colpito Franco Di Mare, 68 anni, è un mesotelioma pleurico che, come ha spiegato Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom (Associazione italiana oncologia medica), «si sviluppa 30 anni dopo l’esposizione alle microparticelle di amianto». Di Mare nell’ex Jugoslavia, ma anche in altri conflitti che ha seguito come inviato, si è trovato in aree in cui venivano usate armi ad uranio impoverito e in cui le esplosioni causavano la diffusione dell’amianto, con micro partcielle che inconsapevolmente potrebbe avere respirato.

LA NOTA

Ma qual è nel dettaglio la posizione dell’Inail? Si legge in una nota dell’Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro: «Con riferimento a quanto riportato in alcuni articoli dedicati alla vicenda del giornalista Franco Di Mare, che ha fatto comprensibilmente scalpore perché coinvolge un professionista di riconosciuto valore colpito da un tumore a lunga latenza e particolarmente aggressivo come il mesotelioma pleurico, provocato dall’esposizione all’amianto, occorre fare alcune precisazioni sul ruolo dell’Istituto. L’Inail è venuto a conoscenza del caso alla fine dello scorso mese di ottobre, durante il periodo transitorio di passaggio dalla tutela dell’Inpgi, l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, a quella dell’Inail. Come stabilito dalla legge di bilancio 2022, fino al 31 dicembre 2023 l’assicurazione contro gli infortuni dei giornalisti professionisti, pubblicisti e praticanti titolari di un rapporto di lavoro subordinato di natura giornalistica ha continuato a essere gestita secondo le regole previste dalla normativa vigente presso l’Inpgi alla data del 30 giugno 2022, che non prevede la tutela dalle malattie professionali».

LE TUTELE

Le cose sono cambiate quest’anno. «Dal primo gennaio 2024 – si legge ancora nella nota – invece, i giornalisti dipendenti sono tutelati dall’assicurazione obbligatoria Inail sia contro gli infortuni sul lavoro sia contro le malattie professionali manifestatesi a partire dalla stessa data. Per quanto riguarda nello specifico Franco Di Mare l’Istituto all’inizio di dicembre non ha potuto fare altro che prendere atto che si trattava di “persona non tutelata” ai sensi della normativa Inpgi. Per questo motivo l’Inail non è legittimato ad accertare il nesso causale tra la professione svolta dal giornalista e la patologia che ha contratto né a rilasciare una certificazione che attesti o meno questa correlazione». Aveva raccontato Di Mare ospite di Fabio Fazio: «Ho preso un tumore molto cattivo, si prende perché si respirano particelle di amianto senza saperlo e una volta liberata nell’aria la fibra, ha un tempo di conservazione di sé lunghissimo e quando si manifesta è troppo tardi».

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