Europee, la polarizzazione tra Meloni e Schlein che ha messo ko Conte. La campagna elettorale e il ruolo dell’astensionismo

Il leader di Azione, Carlo Calenda, l’ha definita «un’onda violentissima di polarizzazione», quella che ha portato alla vittoria schiacciante di due partiti: Fratelli d’italia, con il 28,8% e il Partito Democratico, con il 24%. 

Europee, i risultati città per città: a Roma Fdi al 29,08%, a Milano trionfa il Pd (31,38%). Napoli, M5s al 26,61% e Pd al 26,69%

Bingo, quindi, per la strategia adottata dalle leader Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Le due hanno focalizzato la campagna elettorale su uno scontro a distanza, mai vis-à-vis, che ha contribuito a rafforzarle reciprocamente. Tra i grandi sconfitti, invece il M5s di Giuseppe Conte.

Pd e Fdi

Un risultato che rispecchia la campagna elettorale appena conclusa, che ha visto protagoniste le due leader, donne, Elly Schlein e Giorgia Meloni. Prima sulla questione del dibattito televisivo: originariamente fissato su Rai 1 negli studi di Porta a Porta. Poi saltato, poi riprogrammato su la 7, e alla fine ridotto a uno scontro in differita sul palco del Festival dell’Economia di Trento. Anche i temi chiave di questa tornata elettorale hanno portato a un confronto diretto tra le due leader, in particolare il diritto alla salute, che la segretaria dem ha denunciato come «messo a rischio dal governo». Il risultato finale è stato un marcato bipolarismo, con le due leader che si sono rafforzate notevolmente nei rispettivi campi d’azione. A giocare un ruolo decisivo è stato anche l’astensionismo, che tende a “premiare” i partiti più grandi e radicati sul territorio, come il PD e FdI.

M5s

Colpo basso invece per il Movimento 5 Stelle, che si è portato a casa il risultato più basso di sempre, fermandosi al 10,5%. Ogni speranza di arrivare a quel 15% previsto dai sondaggi nelle settimane precedenti al voto, è andata vana. «Come è giusto che sia, avvieremo una riflessione interna per cercare di approfondire le ragioni di questo risultato, che non era quello che ci aspettavamo – ha  affermato il Giuseppe Conte – Posso garantire a tutti gli elettori che ci hanno votato che i nostri europarlamentari, nove o dieci, saranno coerenti rispetto agli impegni annunciati in campagna elettorale. Quindi saranno costruttori di pace, si batteranno ad ogni livello contro l’austerity, porteranno avanti le nostre battaglie contro la corruzione, per un’Europa più verde, sociale e inclusiva”, ha chiarito Conte. “Il nostro impegno politico non marca alcuna battuta d’arresto, anzi lavoreremo più di prima sul piano interno per l’alternativa a questo governo». E poi la batosta: La roccaforte del M5s, ovvero il sud, che ha girato le spalle al partito pentastellato, spostando le proprie preferenze verso il Pd di Elly Schlein. Non ha aiutato l’astensionismo, che al sud fatto da padrone in modo più marcato, con una percentuale di affluenza che ha toccato livelli preoccupanti. In Sardegna e in Sicilia, ad esempio, si è registrato un tasso di partecipazione inferiore al 40%, mentre in Calabria è appena superato il 40%. In Basilicata, Puglia e Campania, l’affluenza si è attestata intorno al 43%, mentre Abruzzo e Molise hanno registrato rispettivamente il 47% e il 48%

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