Isabella Settanni morta per aver ingerito nitrito di sodio, sentito il compagno: ipoesti di istigazione al suicidio

I carabinieri della Compagnia di Castel di Sangro interrogheranno di nuovo il compagno di Isabella Settanni, l’avvocatessa civilista 52enne di Roma, che ha perso la vita dopo aver ingerito nitrito di sodio, mentre si trovava da sola, nella sua casa di Villetta Barrea. I militari, attraverso l’interrogatorio del convivente, un uomo di 65 anni, anche lui originario della Capitale, cercheranno di acquisire ulteriori elementi, che potrebbero risultare utili alle indagini del caso.

Il 65enne, non era in casa quando la donna ha assunto la sostanza. Da una prima ricostruzione fatta dagli inquirenti, sarebbe sopraggiunto subito dopo, indicando alle forze dell’ordine, una porta secondaria per accedere all’interno dell’ex agriturismo, usato come abitazione. Dalle attività investigative, è emerso che l’uomo non era a conoscenza della presenza del prodotto, custodito dalla 52enne.

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Anche la collega e amica della Settanni sarà riascoltata come persona informata sui fatti. Dopo aver ricevuto un messaggio preoccupante dalla vittima, nel quale la donna manifestava di non sentirsi bene, la collega ha tentato invano di contattarla telefonicamente e, non ricevendo risposta, ha deciso di informare le forze dell’ordine. I periti incaricati dalla Procura analizzeranno il cellulare, ricostruendo i contatti degli ultimi giorni di vita. Così come il computer, per verificare le attività online, incluso l’eventuale acquisto della sostanza letale, sequestrata dai militari, insieme al bicchiere, dove è stata diluita con l’acqua. Tuttavia potrebbe averla recuperata in qualche negozio di carni, considerato che il nitrito di sodio, è utilizzato nell’industria alimentare, per la conservazione degli insaccati.

Le attività investigative, si estendono anche all’ambito lavorativo e alla storia clinica dell’avvocatessa, con il coinvolgimento del medico di famiglia. Tra oggi e domani, l’anatomopatologo Ildo Polidoro, procederà all’Aquila dove è stata condotta la salma, con l’esame autoptico, disposto dalla Procura della Repubblica di Sulmona, che ha aperto un fascicolo contro ignoti, con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio. La figura dell’avvocatessa del Foro di Roma, rispettata e stimata, viene ora scrutata, alla ricerca di indizi e tracce, che possano fare piena luce, su ciò che è accaduto realmente il giorno della morte. La sua storia personale, professionale e relazionale, viene esaminata sotto una lente d’ingrandimento, nell’auspicio di trovare risposte, anche per coloro che le erano vicini. La macchina investigativa del Comando provinciale dell’Aquila, continua a muoversi con determinazione.

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